La tecnologia consente al cittadino di raggiungere obiettivi che soltanto qualche anni fa sembravano impossibili anche solo da ipotizzare.
Questo accade ogni giorno, dove le nuove frontiere dell’elettronica aprono scenari di grande valore e introducono nella nostra quotidianità aspetti in grado di semplificare la vita del singolo e della comunità.
Non a caso, dopo la pandemia, i dispositivi indossabili per diagnosticare e monitorare la salute dei pazienti si stanno diffondendo sempre più.
Una crescita che, come è facile da immaginare, ha fatto leva sull’importanza, imprescindibile, del monitoraggio remoto dei pazienti (RPM).
In altre parole, un grande aiuto riguardo la gestione medica al di fuori della struttura ospedaliera che consente alle strutture sanitarie di ridurre il carico a cui devono fare fronte.
Questi dispositivi hanno avuto successo nella gestione di malattie come l’asma, il diabete e le condizioni cardiache.
Altri fattori che determinano la crescita del mercato dei dispositivi medici indossabili sono l’aumento delle malattie legate allo stile di vita, il rapporto costo-efficacia di questi dispositivi e l’aumento delle applicazioni mobili per l’assistenza sanitaria connessa.
La richiesta di benessere digitale parla chiaro e sottolinea l’esigenza di produrre componenti elettronici complessi, ma pratici.
La tecnologia, grazie alla produzione di circuiti miniaturizzati, consente ai dispositivi indossabili di ottenere un futuro luminoso e di trovare risposte efficienti a questa necessità: ciò non toglie, però, che se i processi di pulizia non vengono completati, il rischio di creare guasti al dispositivo diviene più concreto che mai.
L’intricato circuito utilizzato nei dispositivi indossabili richiede elevati livelli di pulizia per rimuovere qualsiasi tipo di contaminazione.
Particolato, oli o contaminazioni inorganiche derivanti dal processo di produzione devono, infatti, essere puliti con precisione: non è insolito che flussanti attivi o residui di flussanti possono rimanere sul PCB dopo le operazioni di saldatura nelle macchine a onda o dopo la saldatura a mano.
Allo stesso modo, nel momento in cui si aggiungono altri contaminanti, come inchiostro o impronte digitali che richiedono la rimozione, tale problema rappresenta una sfida per i produttori: quando si tratta di pulire i dispositivi medici indossabili e i PCB al loro interno, il metodo più efficiente, efficace e sostenibile è lo sgrassaggio a vapore.
Di che cosa si tratta?
Facilmente adattabili al parco di strumenti disponibili, gli sgrassatori a vapore rendono il processo ancora più semplice e veloce. I serbatoi in cui viene immagazzinato il fluido detergente, infatti, possono essere dotati di sistemi di filtrazione per rimuovere il particolato
insolubile: per migliorare la pulizia possono anche essere dotati di trasduttori di energia a ultrasuoni.
Ma non solo.
Da tenere a mente è anche come il fluido detergente non infiammabile utilizzato all’interno di uno sgrassatore a vapore è specificamente progettato per rimuovere contaminanti anche dalle parti più delicate e complesse: non solo tale fluido deve rimuovere il particolato da parti complesse con geometrie impegnative, ma deve anche soddisfare i requisiti normativi imposti dagli organi di governo nel settore della produzione medica.
Alla sfida della pulizia si aggiunge la ricerca di un processo efficace anche per l’asciugatura.
E, fortunatamente, lo sgrassaggio a vapore risolve tutti questi ostacoli, trattandosi di un processo efficiente ed efficace che pulisce ed asciuga accuratamente i componenti medici per garantire la longevità del dispositivo.