Se la pandemia ha travolto tanti aspetti della nostra società, diverse crisi si sono abbattute – con l’arrivo del Covid – anche nell’ambito della produzione elettronica, dove i tempi si sono inevitabilmente rallentati.
I microprocessori, nonostante siano piccoli oggetti in silicio, pieni di circuiti minuscoli, rappresentano il vero cuore della produzione industriale: se pensiamo a come ogni componente elettrico non possa farne a meno, ciò ci sottolinea ulteriormente la loro importanza.
Ad ora, la più lenta produzione e la mancanza di questi piccoli dispositivi, è riuscita a condizionare anche le consegne dell’industria dell’elettronica di consumo, dagli smartphone ai pc fino alle console di videogiochi: stiamo parlando, infatti, di una vera e propria crisi dei mircroprocessori.
Inoltre, se pensiamo a come durante la pandemia siano cresciute a dismisura le richieste di apparecchiature elettroniche, come tablet, computer, telefoni 5G in quanto hanno rappresentato – e rappresentano – il pane quotidiano, anche in Italia, per smart-working e didattica a distanza, controllarne la produzione (soprattutto di quelli più avanzati) risulterà determinante.
Questi circuiti integrati permettono ai nostri dispositivi elettronici di processare, immagazzinare e trasmettere dati: sono componenti fondamentali di computer, cellulari, elettronica di consumo, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, fino alle auto, che nel 2019 hanno generato un volume d’affari globale di 412 miliardi di dollari.
Ad oggi, inevitabilmente, i prezzi salgono, ma soprattutto i grandi produttori di elettronica fanno incetta di componenti e le forniture, sempre più care, cominciano a scarseggiare in Europa. Esaurite le scorte, cominciano i primi effetti negativi.
Il Lead time – tempo totale che intercorre fra il momento dell’emissione dell’ordine da parte del cliente e la consegna effettiva della merce – sono dunque chiaramente più lunghi rispetto al passato, e da qui sorge la necessità di pianificare gli acquisti e le spese.
Tenendo conto di come, di fronte alla pressante domanda di chip, i grandi gruppi si stiano organizzando, bisogna infatti prendere in considerazione anche le tempistiche di produzione nelle tecnologie più complesse, che possono richiedere anche sei mesi.
La scarsità dei chip, infatti, sta provocando indisponibilità o tempi lunghi di consegna o di lancio di alcuni modelli di dispositivi digitali, come smartphone e laptop, ma sta colpendo molto più duramente altri settori, come le console per videogiochi e soprattutto la produzione di automobili.
Dunque, muoversi per tempo e procedere con le richieste/e gli ordini del materiale è l’unico modo per non trovarsi senza l’approvvigionamento necessario, affinché questa carenza non incida negativamente su quella che è la produttività e non ne rallenti il ciclo produttivo.
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