Quando si pensa ai microchip si tende erroneamente a pensare che essi siano collocati solamente in dispositivi elettronici molto complessi.
Tuttavia, i microchip possono essere presenti in molti dei dispositivi che utilizziamo nella nostra quotidianità: uno di questi è la sigaretta elettronica, di cui forse non tutti conoscono il funzionamento.
Vediamo in questo articolo dove trovare i microchip nella sigaretta elettronica e in alcuni degli altri dispositivi di uso comune in cui sono presenti.
Come dicevamo nel paragrafo precedente, un esempio comune che viene fornito nel momento in cui si pensa a dispositivi che si possono trovare nella quotidianità e che funzionano tramite microchip, può essere la sigaretta elettronica.
A cosa servono i microchip nella sigaretta elettronica? Questi elementi servono innanzitutto per regolare la potenza erogata dalla sigaretta elettronica attraverso pulsanti di controllo, permettendo così all’utente di personalizzare l’intensità del “tiro” e di adattarlo alle proprie preferenze.
Inoltre, i microchip possono essere dotati di sistemi di protezione per rilevare cortocircuiti o sovraccarichi di corrente. Quando viene rilevata una condizione anomala, il microchip può interrompere l’erogazione di energia o attivare meccanismi di sicurezza per evitare danni al dispositivo o, soprattutto al suo utilizzatore.
Infine, alcuni modelli di sigarette elettroniche utilizzano microchip per regolare il flusso d’aria all’interno del dispositivo. Questo consente di adattare il “tiro” alle preferenze dell’utente, offrendo una maggiore personalizzazione.
Oltre alla sigaretta elettronica, come abbiamo visto precedentemente, sono tantissimi i dispositivi che utilizziamo quotidianamente con all’interno dei microchip.
Uno dei maggiori esempi che possiamo naturalmente fornirvi sono gli smartphone e i computer. La stragrande maggoranza degli italiani utilizza quotidianamente uno di questi dispositivi.
Tutti coloro che stanno leggendo questo articolo, lo faranno da un tablet, da uno smartphone, da un computer.
I microchip sono essenziali per far funzionare questi dispositivi e per gestire funzioni come la connessione, la memoria, i processori e la scheda madre.
Anche se non ce ne se ne rende conto anche molti degli elettrodomestici moderni che abbiamo in casa contengono dei microchip.
Il frigorifero, la lavatrice, l’asciugatrice, la lavastoviglie. Questi sono solo alcuni degli esempi che possiamo citare di elettrodomestici che utilizziamo quotidianamente che senza i microchip non avrebbero vita.
In questo caso i microchip servono per controllare le funzioni, per la programmazione e per monitorare i consumi energetici.
Ad oggi i televisori all’interno delle nostre case sono prevalentemente delle smart tv. Anche questi dispositivi contengono svariati microchip per elaborare immagini, connettersi ad internet e svolgere attività intelligenti che definiscono proprio la tv come “smart”.
Possiamo poi citare le automobili, settore in quale l’attuale crisi dei microchip sta causando fastidiosi ritardi nelle consegne in ambito europeo e non solo. Si pensi infatti che quasi il 40% della nostra autovettura è composta da tecnologia, senza la quale un’auto odierna è solo un “insieme di pezzi meccanici”.
Infine, ultimo esempio che possiamo qui fornire riguarda i dispositivi GPS. I navigatori satellitari e gli smartphone con funzionalità GPS sono un altro esempio di dispositivo comune che utilizza microchip per funzionare.
Questi servono infatti per ricevere segnali satellitari e calcolare la posizione geografica da un punto all’altro.
È bene precisare che questi sono solo alcuni dei dispositivi che utilizziamo comunemente con all’interno dei microchip.
Essi sono infatti presenti nella maggior parte dei dispositivi che possediamo senza che ce ne rendiamo nemmeno conto.